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Apilogia, il Volo del Sapere: il miele e gli oligoelementi essenziali e non

Gli oligoelementi sono costituenti naturali del nostro pianeta e si diffondono nell’ambiente a seguito di fenomeni geochimici come l’erosione e il dilavamento delle terre emerse. Inoltre, vengono immessi nell’ambiente anche dalle numerose attività antropiche, incluse le pratiche agricole.

Dal terreno e dall’acqua vengono assorbiti dalle piante e assunti dalle api che raccolgono dall’ambiente nettare, polline, acqua, resine e melata che, a loro volta, presentano un caratteristico profilo in oligoelementi. Inoltre, la fitta peluria sul corpo dell’ape trattiene microparticelle di origine ambientale che possono contenere questi elementi. Una volta ingeriti, molti di loro sono depositati all’interno delle cellule in granuli, ma possono essere trasferiti in piccola parte anche al miele.

Infatti, tra le diverse componenti del miele, gli oligoelementi sono generalmente presenti in basse quantità, con valori complessivi tra 3-4 e 30-40 mg/Kg a seconda del tipo di miele.

Alcuni oligoelementi sono essenziali per la vita, in quanto coinvolti in processi metabolici fondamentali; tra questi i più importanti sono ferro (Fe), zinco (Zn), rame (Cu), manganese (Mn), cobalto (Co) e selenio (Se). Tuttavia, se introdotti nell’organismo in quantità superiori ai fabbisogni, possono diventare tossici: per questo il loro contenuto è sempre strettamente controllato da complessi processi omeostatici.

Altri oligoelementi, come cadmio (Cd), piombo (Pb), mercurio (Hg) e arsenico (As) non svolgono funzioni biologiche e sono tossici anche a basse concentrazioni.

Questo giustifica l’attenzione rivolta alla sicurezza alimentare, tenendo conto che il miele è un alimento consumato spesso anche dai bambini. Pertanto, le informazioni sul contenuto di oligoelementi nel miele e la loro potenziale assunzione con la dieta attraverso questo alimento è molto importante per valutare il rischio per la salute umana.

La contaminazione degli alimenti da parte di oligoelementi potenzialmente tossici è un tema di grande attualità.

Rispetto ad altre nazioni europee, l’Italia è caratterizzata da una grande varietà di ecosistemi e produce molti tipi di miele diversi offrendo quindi la possibilità di utilizzare il contenuto in oligoelementi non soltanto come utile indicatore dell’inquinamento ambientale, ma anche come strumento in grado di dare indicazioni sull’origine botanica e geografica del miele stesso.

Per quanto riguarda gli effetti dell’inquinamento ambientale, in uno studio condotto su campioni di miele prodotti in zone della Basilicata caratterizzate da diverso impatto antropico è stato riscontrato che i mieli provenienti da zone industrializzate sono caratterizzati da un più alto contenuto di zinco, cromo, cadmio e piombo, i mieli provenienti da contesti urbani hanno mostrato il più alto contenuto di arsenico, ferro e nickel, mentre quelli mentre quelli prodotti in ambienti rurali hanno mostrato un contenuto più elevato di rame e alluminio.

I risultati di questo studio hanno evidenziato che il profilo degli oligoelementi è strettamente correlato ai diversi contenuti di elementi nell’ambiente, che a sua volta è influenzato dalle attività antropiche [1]

Per quanto riguarda l’importanza dell’origine botanica, in uno studio condotto su mieli provenienti dalla provincia di Siena è stato visto come questa influenzi in modo significativo la loro composizione in oligoelementi, sia quelli essenziali, come ferro, manganese, rame e cobalto, sia quelli non essenziali, come arsenico e piombo.

I campioni di melata presentavano il più alto contenuto, mentre i mieli di trifoglio e di sulla avevano i valori più bassi [2]. Un altro recente studio condotto su mieli del nord Italia ha confermato che il contenuto di oligoelementi nel miele è correlato significativamente alla provenienza botanica: il più alto contenuto di oligoelementi essenziali era presente nel miele di castagno (32 mg/kg), mentre il più basso è stato rilevato nel miele di acacia (4,2 mg kg); i mieli di tiglio, millefiori e rododendro hanno mostrato livelli intermedi (11-17 mg/kg) [3].

Il contenuto di oligoelementi potenzialmente tossici come cadmio, mercurio, arsenico e piombo nei mieli italiani è in genere molto basso e spesso al di sotto dei limiti di quantificazione strumentale. Tra questi, soltanto il piombo ha un limite fissato a 0,1 mg/kg dal regolamento UE 2023/915 [4], mentre per gli altri non sono riportati limiti. Il contenuto medio di mercurio in campioni di miele delle Marche è risultato di 0,2 ± 0,2 μg/kg, quindi molto inferiore a quello degli oligoelementi essenziali e al limite riportato dal regolamento UE, senza differenze tra mieli di diversa origine botanica; la melata, tuttavia, aveva un contenuto di mercurio significativamente più alto rispetto a tutti gli altri campioni di miele (0,6 ± 0,3 μg/kg), pur rimanendo inferiore al limite di 0,1 mg/kg fissato e quindi sicuro per il consumo umano.

Gli autori hanno riscontrato infine che il contenuto di mercurio nel miele dipende principalmente dall’inquinamento ambientale, mentre l’origine geografica non ha giocato un ruolo fondamentale [5].

Anche il contenuto medio di cadmio misurato in campioni di miele della provincia di Siena pari a 3,9 μg/kg era basso e inferiore a quanto misurato, ad esempio, in Pomerania (15 μg/kg) [6].

Articolo a cura della Prof.ssa Gloria Isani, professoressa associata presso il Dipartimento di Scienze Mediche Veterinarie dell’Università di Bologna.

[1] Anna Maria Perna, Giulia Grassi, Emilio Gambacorta & Amalia Simonetti. Mineral content in Basilicata region (southern Italy) honeys from areas with different anthropic impact. International Journal of Food Science and Technology 2021, 56, 4465–4472.

[2] Anastasia Pisani, Giuseppe Protano, Francesco Riccobono. Minor and trace elements in different honey types produced in Siena County (Italy). Food Chemistry 107 (2008) 1553–1560

[3] Stefania Squadrone, Paola Brizio, Caterina Stella, Sabina Pederiva, Fulvio Brusa, Paola Mogliotti, Annalisa Garrone, Maria Cesarina Abete. Trace and rare earth elements in monofloral and multifloral honeys from Northwestern Italy; A first attempt of characterization by a multi-elemental profile. Journal of Trace Elements in Medicine and Biology Volume 61, September 2020, 126556

[4] REGOLAMENTO (UE) 2023/915 DELLA COMMISSIONE del 25 aprile 2023 relativo ai tenori massimi di alcuni contaminanti negli alimenti e che abroga il regolamento (CE) n. 1881/2006.

[5] Federico Girolametti, Silvia Illuminati, Anna Annibaldi, Behixhe Ajdini, Matteo Fanelli, Cristina Truzzi. Mercury in honey from the Marche region (central Italy). Risk assessment from human consumption and its use as bioindicator of environmental pollution. Heliyon 9 (2023) e20502.

[6] Anastasia Pisani, Giuseppe Protano, Francesco Riccobono. Minor and trace elements in different honey types produced in Siena County (Italy) Food Chemistry 107 (2008) 1553–1560.

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